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In una fredda alba di novembre, in un’umile abitazione nel centro storico della città, viene ritrovato il corpo senza vita di Carlo Spadaro, geriatra accusato di aver abusato della propria figlia. Dell’omicidio viene accusato Damiano Crisafulli, suo datore di lavoro, con cui la vittima aveva avuto recenti scontri. Le prove a suo carico sembrano schiaccianti: un movente valido, l’assenza di alibi e tracce della sua presenza sulla scena del crimine.

Dopo alcuni mesi, la difesa di Damiano viene affidata ad Emilia Moncada, detta Ilia, giovane avvocata penalista con una forte dedizione alla giustizia, un’intensa vita privata e qualche difficoltà a gestire l’ansia da palcoscenico. Nonostante le apparenze, Ilia si dimostra capace di cogliere ciò che si nasconde dietro le parole, nei documenti processuali e nei dettagli più nascosti.

Il processo si rivela complesso: tra versioni contrastanti, segreti celati e piste ambigue, ogni persona coinvolta sembra avere qualcosa da nascondere. Mentre Ilia si muove tra impegni familiari e nodi emotivi irrisolti, dovrà affrontare una verità difficile da afferrare, in un’aula dove tutti – o quasi – sembrano avere un motivo per mentire.

Ho ascoltato Sto mentendo su Audible, letto con intensità e precisione da Naila Carlisi e ne sono rimasta profondamente colpita. È il primo libro che leggo (anzi, ascolto) di Maria Elisa Aloisi, e mi ha talmente conquistata che ho già deciso di recuperare anche Il canto della falena, suo romanzo d’esordio vincitore del Premio Tedeschi.

In questo secondo capitolo, l’avvocata catanese Emilia Moncada – detta Ilia – si trova coinvolta in un caso complesso e spinoso: la difesa di un uomo accusato dell’omicidio di un geriatra sospettato di aver abusato della figlia. Una vicenda giudiziaria intricata, ambientata in una Catania vibrante e teatrale, dove ogni strada sembra essere un palcoscenico e ogni personaggio una maschera tra verità e finzione.

Il romanzo è un perfetto esempio di legal thriller all’italiana, costruito con grande rigore tecnico ma anche con un forte impianto narrativo. La struttura è solida, la trama fitta, ben ritmata, piena di colpi di scena e sorprese che tengono sempre alta la tensione. Ilia si muove tra aule di tribunale e dinamiche familiari personali, affrontando dilemmi etici e interiori con una profondità che rende il suo personaggio autentico, umano, vicino.

A colpirmi è stata proprio lei, Ilia Moncada: un personaggio sfaccettato, forte ma anche fragile, determinata ma attraversata da paure reali, prima tra tutte quella di parlare in pubblico. Non è l’eroina infallibile che a volte popola i thriller, ma una donna che vive la sua professione con passione e onestà, e che non si tira indietro davanti alle contraddizioni della giustizia e della vita.

L’elemento giudiziario è uno dei punti forti del romanzo: ogni scena processuale è ricca di dettagli realistici, ma mai pesanti. Si percepisce chiaramente la competenza dell’autrice, che è lei stessa un’avvocata penalista. Gli interrogatori, le udienze, gli scontri con il pubblico ministero, i ragionamenti dietro le strategie difensive: tutto è credibile, interessante, scritto in modo accessibile anche per chi non ha dimestichezza con il linguaggio giuridico.

Un altro aspetto che ho molto apprezzato è la capacità di Aloisi di fondere il noir e il giallo giudiziario con un’attenta analisi psicologica. Ogni personaggio – non solo Ilia – ha una sua densità, una storia, una motivazione, spesso ambigua. Nessuno è completamente innocente, nessuno è totalmente colpevole. In un processo in cui tutti sembrano avere un motivo per mentire, il lettore si ritrova a interrogarsi costantemente su chi stia davvero dicendo la verità.

Il tema della menzogna è centrale e trattato con grande intelligenza. Non si parla solo delle bugie dette in aula, ma anche di quelle che diciamo a noi stessi, delle verità che scegliamo di ignorare, dei compromessi morali che accettiamo per andare avanti. Il titolo, Sto mentendo, racchiude tutta la tensione di questo paradosso: una frase che nega sé stessa, proprio come molte delle affermazioni dei personaggi coinvolti nel caso.

Un ulteriore elemento affascinante è la forte caratterizzazione ambientale: Catania non è solo uno sfondo, ma un vero e proprio personaggio del romanzo. Le sue piazze, i tribunali, le spiagge e persino l’Etna – presente sin dalla prima scena – contribuiscono a creare un’atmosfera unica, ricca di pathos e teatralità. E tra le pieghe della storia, si insinua anche la leggenda di Gammazita, figura simbolica della città, che l’autrice recupera e rielabora in modo originale.

Il linguaggio è un altro punto a favore: chiaro, diretto, mai ridondante, ma allo stesso tempo capace di trasmettere emozione e tensione. Aloisi accompagna il lettore con mano sicura, spiegando quando serve, ma lasciando spazio alla riflessione e al dubbio.

In definitiva, Sto mentendo è un romanzo che mi ha davvero coinvolta, sia per la qualità della scrittura sia per la profondità dei temi trattati. Una lettura che consiglio non solo a chi ama i gialli o i legal thriller, ma anche a chi cerca storie ben scritte, con personaggi complessi e trame che fanno riflettere. Con questo libro, Maria Elisa Aloisi si conferma una voce solida e promettente del panorama giallo italiano contemporaneo.

E adesso… non mi resta che iniziare Il canto della falena. Emilia Moncada è un personaggio che voglio assolutamente continuare a seguire.

STO MENTENDO

  • di Maria Elisa Aloisi
  • Editore: Mondadori
  • Pubblicazione: novembre 2024
  • Pagine: 312

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