
LA TRAMA
Nel 1946, il piccolo Amerigo, un bambino di Napoli, intraprende un viaggio straordinario su un treno verso il Nord Italia. Parte di un’iniziativa del Partito Comunista per alleviare la miseria post-bellica, Amerigo e migliaia di altri bambini meridionali vengono ospitati da famiglie del Nord. Attraverso gli occhi innocenti e curiosi di Amerigo, viviamo il rialzarsi di un’Italia devastata dalla guerra e lo struggente percorso di crescita che segue la dolorosa separazione dalle proprie radici.

La recensione
Ero incerta all’idea di iniziare “Il treno dei bambini” di Viola Ardone, preoccupata di trovarmi a leggere di sofferenze infantili, un tema che mi angoscia e trovo molto difficile da affrontare. Invece è tutt’altro!
Mentre ascoltavo la sua storia di Amerigo su Audible, narrata da Fabio Zulli, mi sono trovata completamente immersa nei vicoli di Napoli, a seguire le orme di questo piccolo grande eroe del dopoguerra.
Amerigo abita nei Quartieri Spagnoli con la madre Antonietta, una donna da cui non riceve grandi manifestazioni d’affetto e coccole perché “non sono arte sua”. La scuola è un luogo alieno per lui, bravo con i numeri ma in grande difficoltà con le lettere, così trascorre i suoi giorni raccogliendo pezze che rivende. È il 1946 e l’Italia è una nazione ferita, stremata dalla guerra e oppressa dalla povertà. Ma la vita di Amerigo sta per prendere una svolta inaspettata quando sale su uno dei “treni della felicità” organizzati dal Partito Comunista, destinato a portare migliaia di bambini come lui dal Sud martoriato a famiglie del Nord più agiate.
Con Amerigo, e i suoi amici Tommasino e Mariuccia, viaggiamo fino alla provincia modenese dove il piccolo è accolto dalla famiglia Benvenuti. Qui, Amerigo scopre un mondo fatto non solo di beni materiali ma anche di calore umano: abbracci, compleanni festeggiati con gioia, un padre amorevole. In questo ambiente, Amerigo, che ha sempre vissuto con poco, trova finalmente calore e soprattutto una famiglia.
Amerigo si insinua nel cuore del lettore con la sua curiosità e la sua impertinenza, facendoci scoprire la storia dell’Italia attraverso i suoi occhi innocenti ma acuti. Il romanzo, arricchito da simboli potenti come la mela annurca lasciata marcire – un dono della madre che Amerigo non riesce a consumare – diventa un’analisi non solo della società dell’epoca ma anche del complesso legame tra madre e figlio.
Il finale del libro, che ci catapulta quasi cinquant’anni dopo l’inizio della storia è la perfetta conclusione di un viaggio emozionale e di crescita sia di Amerigo che dei lettori.
Viola Ardone ha saputo condensare in poche ma intensissime pagine un racconto che è allo stesso tempo un affresco storico e una profonda riflessione sull’infanzia e sulla maturazione. Ascoltare “Il treno dei bambini” su Audible, con la voce di Fabio Zulli, che dava corpo e anima ad ogni parola, ha reso questa esperienza ancora più memorabile.
Lo consiglio perchè è un libro che, attraverso la voce di un bambino di soli sette anni, riesce a parlare a tutti noi, ricordandoci quanto possano essere profondi e complessi i racconti visti attraverso gli occhi dell’innocenza.
IL TRENO DEI BAMBINI
- di Viola Ardone
- Editore: Einaudi
- Pubblicazione: 2019
- Pagine: 248
- Audible, letto da Fabio Zulli